La lezione tratta del settore vitivinicolo nella regione autonoma Friuli Venezia Giulia, molto conosciuta a livello nazionale e internazionale in particolare per i suoi vini bianchi. La viticoltura in regione è iniziata in forma ampia e organizzata con l’arrivo dei Romani dopo la fondazione di Aquileia (181 a.C.). Essi portarono qui tecniche di coltivazione e di vinificazione, e ben presto la città divenne un importante centro di produzione e commercializzazione dei vini, provenienti dalla Grecia e dal Mediterraneo orientale. La lezione prosegue con la presentazione delle principali zone di produzione DOC e DOCG della regione, e con la menzione delle varietà e dei vini prodotti, in relazione alle diverse zone e climi, in particolare il Friulano, Sauvignon, Picolit, Refosco, Ribolla e Prosecco.
Mi chiamo Enrico Peterlunger e insegno viticoltura nei corsi di laurea triennale in Viticoltura ed Enologia e magistrale interateneo in Viticoltura, Enologia e Mercati vitivinicoli. Mi occupo di fisiologia della vite e produttività, effetti degli stress ambientali sulla qualità dell’uva e del vino, miglioramento genetico per la resistenza alle malattie fungine unita ad una elevata qualità dell’uva. Curo vari rapporti internazionali dei due corsi di laurea, fra cui accordi di doppio titolo con Mendoza (Argentina), Bento Gonçalves (Brasile), Geisenheim (Germania), Montpellier (Francia), Madrid (Spagna), Lisbona (Portogallo).
La viticoltura in Friuli è iniziata con la fondazione di Aquileia, colonia romana fondata nel 181 a.C. I romani portarono varietà di Vitis vinifera sativa (che comprende le varietà attualmente coltivate). Tuttavia, da tracce archeologiche precedenti l’epoca romana si deduce un utilizzo di Vitis vinifera sylvestris (vite selvatica, spontanea nei boschi, di qualità scarsa) già fin dall’Età del Bronzo medio (1500 a.C. circa). Aquileia fu per il vino, la sua produzione e il suo commercio un porto di rilievo al tempo dei romani: infatti oltre ai vini prodotti in loco, arrivavano qui anfore di vino dalla Grecia e dall’Asia minore, il vino veniva messo in botti di legno e trasportato nelle attuali Austria e Ungheria.
Attualmente la viticoltura è diffusa in tutte le province della regione Friuli Venezia Giulia, in diverse zone a denominazione di origine controllata (zone “DOC”). Le principali sono: Friuli Grave, Friuli Colli Orientali, Friuli Aquileia, Collio, Carso, Prosecco. Le denominazioni di origine controllata e garantita (zone “DOCG”) sono: Ramandolo, Picolit, Rosazzo (dal nome di una antica abbazia benedettina).
Le varietà più interessanti sono Friulano, Sauvignon, Picolit, Refosco, Ribolla e Prosecco.
Il clima del Friuli è in generale temperato fresco e piovoso: questo favorisce la produzione di vini bianchi, con buona acidità, aromi delicati, gradevoli e armonici. Le caratteristiche produttive variano dalla collina alla pianura. In collina il clima è diverso dalla pianura, c’è maggiore escursione termica (differenza di temperatura fra il giorno e la notte) che favorisce la sintesi di composti fondamentali per la qualità, quali aromi e tannini, e la produttività in collina è minore, e anche questo favorisce la qualità. La pianura ha maggiore produttività, le quantità sono più alte; alcuni vini, tuttavia, raggiungono livelli di qualità comunque elevati. Differenziando le tipologie di vini, in Friuli si producono vini bianchi fermi (senza bollicine), vini bianchi spumanti, vini rossi da pronto consumo, vini rossi da invecchiamento, vini passiti (vini dolci liquorosi ottenuti dopo appassimento delle uve).
Alcune varietà sono autoctone, cioè sono originarie della regione e qui coltivate da molti secoli: Ribolla, bianco fermo vinificato anche come spumante, Refosco, un rosso da invecchiamento, Picolit, un bianco passito dolce di grande pregio.
Altri vini di valore sono il Friulano, ottenuto dalla varietà Tocai friulano, il Sauvignon, bianco di origine francese, il Pinot grigio, bianco fermo di ottima qualità, il Prosecco, ottenuto dalla varietà Glera, e spumantizzato: quest’ultimo è un vino che negli ultimi anni ha conosciuto un incremento molto grande delle vendite, arrivando nell’ultimo anno a 500 milioni di bottiglie vendute, di cui una quota importante esportata all’estero. Il suo nome viene dal villaggio di Prosecco sl Carso, in Comune di Trieste. Sul Carso sono coltivate le varietà Vitovska, bianco, e Terrano, rosso con spiccata acidità e profumi molto interessanti.