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Plurilinguismo in Friuli Venezia Giulia

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Introduzione

L’obiettivo di questa lezione è fornire una panoramica generale sulla ricchezza linguistica del territorio regionale, ponendo l’accento sulle differenti lingue presenti, sulle loro caratteristiche principali dal punto di vista linguistico e sociolinguistico e sulla distribuzione geografica.  

Il docente

Sono Francesco Zuin e insegno Dialettologia e Sociolinguistica delle Minoranze all’Università di Udine. Mi occupo in particolare di varietà di minoranza di tipo romanze e germaniche del territorio regionale e, in generale, nell’Italia settentrionale, analizzandone le caratteristiche sia in chiave sociolinguistica che linguistica.

Attività preparatoria

Prima di passare alle attività didattiche, ti fornisco un contenuto interattivo con il quale puoi riflettere su quanto hai ascoltato nel video.

Mappa del plurilinguismo in Friuli Venezia Giulia
1- Sauris/Zahre

fr. Achì i cjararìn par talian, furlan e sauran

saur. Do reidet man af balisch, varjaulisch un af de zahrar sproche

«Qui parliamo in italiano, friulano e saurano»

2- Sappada/Plodn

fr. Achì i cjararìn par talian, furlan e tischlbongarisch

sap. Do reit man af bèlsch, varjaulisch un plodarisch

«Qui si parla in italiano, friulano e saurano»

3- Timau/Tischlbong

fr. Achì i cjararìn par talian, furlan e tischlbongarisch

tim. Do reitmar balisch, vriaulisch un tischlbongarisch

«Qui parliamo italiano, friulano e timavese»

4- Val Canale/Kanaltal

fr. Achì i cjararìn par talian, furlan, sloven, e todesc

de. Hier redet man auf Italienisch, Friaulisch, Slovenisch und Deutsch

slov. Tu govorimo italijansko, furlansko in slovensko in nemščini

«Qui si parla in italiano, friulano, sloveno e tedesco»

5- Val Resia/Resije

res. Izdë rumunïmö po rozajanski anu po laški

«Qui parliamo italiano e resiano»

6- Provincia di Pordenone

ven. Qua pàrlame tajàn o véneto

«Qui parlami in italiano o veneto»

7- Grado/Gravo

gra. Có tu son qua tu devi ciacólame o in ‘taliàn o in graisàn

«Quando sei qui devi parlami in italiano o gradese»

8- Bisiacaria

bis. Qui se ciàcola in taliàn e bisiàc

«Qui si parla in italiano e bisiacco»

9- Trieste

tr. Qui parlime in italiàn, triestìn o slovèn

slov. Tukaj govori z mano v italijanščini, tržaški in slovenski

«Qui parlami in italiano, triestino o sloveno»

10- Provincia di Trieste e di Gorizia

slov. Tu govorimo italijansko in slovensko

«Qui parliamo italiano e sloveno»

11- Udine/Udin

ud. Qui parlemo italiàn, udinese e furlan

fr. Chi o fevelìn par talian, udinês e furlan

«Qui parliamo italiano, veneto udinese e friulano»

12- Carnia

fr. Achì i cjararìn par talian e par furlan

«Qui parliamo italiano e friulano»

13- Friuli orientale

fr.or. Chi o fevelìn par talian e furlan

«Qui parliamo italiano e friulano»

14- Friuli occidentale

fr.oc. Chi a si fevela par talian e par furlan

«Qui si parla italiano e friulano»

Comprendiamo il testo orale

Adesso, basandoti sul video che hai preso in visione, prova a rispondere alle seguenti domande.

Attività di approfondimento

Leggi con attenzione il testo plurilingue riportato qui di seguito.

§1
Emblematico. C’è il barbiere che onora la categoria e il barbiere che la rovina. Una volta avevo i capelli lunghi. Capitava. Nessuna meraviglia. Mesi senza regolarli. Vârda come che i ghê crêsse i cavêi a sto putêl qua. Tocherà de mandarlo dal barbiêr. Sospiravano. Costava. C’erano altre urgenze e prorogavano. Te anderà la sètimana prossima. Invece mesi.

§2
Però quella volta non si poteva rimandare. Adesso bisogna dissero dolenti, te pâr un fîo de nessùn, de vergognarse. Stabilirono che sarei andato da solo. Ormai sei grande, puoi arrangiarti. Che ci vuole? Mezza via del Monte, mezza via Pelliccerie, tiênte sôto la Cassa de Risparmio, quâtro passi ancora e quando che te rîvi sul cantòn de via del Carbone te gâ la botêga lì de fronte. Te sa pur, su mo, su mo, no stâ a far el gnôgno.

§3
Partii che neanche Cristoforo Colombo quando partì per le Americhe aveva avuto tanti pensieri. La sfumatura doveva essere alta, le basette rasate a zero, ciuffo nemmeno parlarne, apena apena all’Umberta, un dito davanti più che sufficiente, il resto quasi niente. Anche massa. Te pár bon così e come tajada la dura de più.

§4
Arrivai, entrai, bongiorno bongiorno, era pieno. Due barbieri più il ragazzo‑spazzola. Siedi lì, sedetti, c’era da attendere, attesi, e mentre mi guardavo intorno e mi ripassavo quello che di lì a poco avrei dovuto raccomandare, la sfumatura, le basette, l’Umberta, a sorpresa mi chiamarono e mi misero nelle mani proprio di quello che secondo me avrebbe dovuto occuparsi soltanto delle spazzole ed eventualmente delle mance. E jè ore ch’al scomênsi, dissero, prova con questo qua, e scomparvi in un lenzuolone dal quale vedevo e sentivo le forbici, e zac e zac e zac, che venivano, che andavano, che ritornavano e che sostavano quanto basta. Avrei voluto interromperlo e raccomandargli ciò che ormai sappiamo ma sotto quella furia non seppi trovare il momento adatto e dovetti rimandare a tempi più ragionevoli se mai ne fossero poi venuti.

§5
Pietrificato, inebetito, imbambolato, e zac e zac e zac, sentivo uno che ogni tanto veniva a dare un’occhiata, a insegnare, a correggere, a rilevare i difetti e a indicarli presumibilmente con un dito. Taglia qua, taglia là e poiché il criminale tagliava qua e tagliava là mi venne di pensare che almeno in questo senso, chissà, la famiglia sarebbe stata contenta, trattandosi di uno di quei tagli che sarebbero durati.

§6
Mi tirarono giù il lenzuolo che verosimilmente dovevo essere uno scempio, e quando il titolare me lo rimise per tentare di riparare i danni, almeno i più vistosi, sentii che diceva a qualcuno, alludendo alla spazzola, pûar frut, al à di fâsi, no si pol pretindi, bisugne vé pasiense.

(Tratto da «Quando i barbieri parlavano troppo», Renzo Valente http://www.renzovalente.it/quando-i-barbieri-parlavano-troppo/)

Adesso rispondi alle domande scegliendo l’alternativa corretta.