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Le vocali brevi e lunghe del friulano in un racconto di Riedo Puppo

Riproduci video su Franco Finco

Introduzione

La lezione presenta in sintesi un tratto caratteristico della fonologia del friulano, cioè la differenza di pronuncia e scrittura tra le vocali accentate brevi e lunghe. Tale differenza è importante per la corretta pronuncia e scrittura del friulano, ma anche perché permette di distinguere parole altrimenti omonime: ad es. pas “passo” ≠ pâs “pace” pronunciata [pàas], brut “brutto” ≠ brût “brodo” pronunciato [brùut], ecc. Nell’ortografia friulana le vocali lunghe sono indicate dall’accento circonflesso ˆ . La lezione prosegue introducendo lo scrittore Riedo Puppo (1920-2002) e il suo racconto “Dreute”, pubblicato nella raccolta “Par un pêl” (1960). Un brano di questo racconto (riadattato a fini didattici) si può ascoltare su questa pagina web ed è utilizzato nell’attività di comprensione e completamento del testo.

Il docente

Mi chiamo Franco Finco e insegno linguistica italiana e glottodidattica presso l’Istituto per il plurilinguismo e l’educazione interculturale dell’Università Pedagogica della Carinzia a Klagenfurt (Pädagogische Hochschule Kärnten). Mi occupo in particolare delle varietà retoromanze (tra le quali il friulano) e della variazione linguistica nell’area Alpe Adria – tra lingue nazionali, minoritarie e dialetti locali – dal punto di vista glottologico, storico, sociolinguistico e glottodidattico.

Attività sul lessico

Associazione di parole friulane e italiane

Associa le seguenti parole friulane a quelle italiane che hanno lo stesso significato.

Trascina la parola friulana sul suo corrispondente italiano.

Attività di ascolto e trascrizione

Scrittura delle vocali brevi e lunghe

In friulano non esistono consonanti fonologicamente lunghe (doppie o geminate), ma è invece molto importante la distinzione tra vocali brevi e lunghe, queste ultime sono sempre accentate e si scrivono con l’accento circonflesso ^

Di norma le vocali lunghe si trovano nella sillaba finale delle parole.

La differenza di pronuncia e di scrittura tra vocali brevi e lunghe è importante oltre che per la correttezza, anche perché in molti casi serve a distinguere parole altrimenti omonime: ad es. pas “passo” ≠ pâs “pace”, quest’ultima pronunciata [pàas].

Ascolta le parole nell’audio e scrivile negli spazi

Attenzione a mettere l’accento circonflesso ˆ sulle vocali pronunciate lunghe (â, ê, î, ô, û)

Attività di completamento

Ascolta l’audio con la lettura del brano di Riedo Puppo e inserisci nelle lacune le parole mancanti.

A dire la verità, Dreute [Andreuccio] non era il ragazzo migliore del paese. E quando è partito per la guerra nel 1940, suo padre ha pensato che era quasi un bene per lui. «Una lezione gli sta bene», disse; «Vedrai che ometto, allora, quando torna! E poi la guerra dura poco. Lo dicono tutti…»

E Dreute è partito, vestito a nuovo e con un paio di scarponi che dovevano vincere la guerra solo con i chiodi che avevano sotto.

Rico, suo padre, aspettava col cuore in mano i biglietti che Dreute gli scriveva dalla Grecia, e gli rispondeva subito con lunghe lettere; e gli raccontava tutto del paese, della stagione, dei lavori. Dreute rispondeva che in Grecia si stava bene, che si mangiava quasi come a casa, che gli scarponi erano rotti, ma che, se si vinceva, gliene avevano promesso un altro paio.

Dreute ha scritto l’ultima volta all’inizio di primavera. Diceva che in Grecia c’era molto fango, che aveva tanta voglia di uno scudellino di latte bollente e che quando tornava la prima spesa doveva essere la vacca. Alla fine ha aggiunto: «Non preoccuparti, papà. Anche se va male ti danno la pensione. E vedrai che vacca che riesci a comprare!».

Dopo, Dreute non ha più scritto. A Rico gli arrivò un’altra lettera, ma la portò il parroco: Dreute lo avevano ammazzato sul Golico [monte in Albania]. Suo padre non ha gridato: è restato lì, fermo, con gli occhi tirati, fino a che il parroco gli ha fatto cenno di sì col capo. Ha chiuso la porta di casa e si è diretto sui ronchi [pendii con vigneti]. Ed è tornato a casa col buio. E non ha più parlato con nessuno.

Solo qualche mese dopo ha iniziato a parlare, ma da solo e ad alta voce. Diceva che suo figlio era lontano, al lavoro, che nessuno aveva un figlio come il suo, che mandava a casa l’intera paga, ogni mese, e che lui doveva comprare la vacca più bella di Tarcento.

Invece non è riuscito a comprarla. È morto in autunno, e con i soldi della pensione, accumulati, gli hanno fatto solo una croce di pietra, col suo nome sopra e il ritratto di Dreute accanto.