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La città di Udine e il suo castello

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Introduzione

La lezione parte dalla sintesi delle vicende della storia di Udine, approfondisce le fasi del suo sviluppo urbano e si conclude con alcuni riferimenti all’edificio più rappresentativo, il Castello, al fine di fornire un inquadramento generale e il punto di partenza per approfondimenti autonomi.

La docente

Anna Frangipane, docente di Conservazione e Recupero degli Edifici all’Università di Udine. La mia ricerca si interessa del costruito storico, con attenzione a materiali, tecniche e tipologie costruttive e alla loro relazione con l’identità dei luoghi. Tra le opportunità di approfondimento delle vicende udinesi, ho curato la trasposizione digitale GIS del manoscritto “Memorie delle antiche case di Udine”, di Giovanni Battista della Porta, lavoro di riferimento per lo studio d’archivio.

La città di Udine e il suo Castello

Cenni storici

La città di Udine vive, da oltre 3000 anni, al centro di vie di transito e commercio: le prime tracce testimoniano un insediamento sviluppato intorno al suo colle, isolato nella pianura, punto di riferimento nei collegamenti in direzione nord-sud ed est-ovest.

La città di Udine in una rappresentazione della metà del XVIII secolo)
La città come descritta a metà XVIII secolo, in Francesco Beretta, “La Patria del Friuli descritta ed illustrata colla storia e monumenti di Udine sua capitale e delle altre città e luoghi della provincia”, Albrizzi, Venezia, 1753.

L’insediamento è abitato nella tarda età del bronzo, nell’età del ferro e in età romana, ma è troppo esposto alle scorrerie dei barbari per uno sviluppo successivo, nel primo medioevo.

Il Castello di Udine, sul colle, è nominato per la prima volta in un documento del 983, che anticipa di circa un secolo l’istituzione del principato ecclesiastico del Sacro Romano Impero, nel 1077, con a capo il Patriarca di Aquileia, che si estenderà dal Cadore, alla Carniola (Slovenia), all’Istria

In seguito al terremoto del 1222, il Patriarca sposta la corte dal palazzo di Cividale al Castello di Udine. In pochi anni questa assume il ruolo di centro commerciale, con diritto di mercato e di città, e rappresentanza nel Parlamento della Patria del Friuli.

Per Udine il Trecento segna l’età del maggiore sviluppo, capitale multietnica e multiculturale del Patriarcato.

Il periodo di crescita è interrotto dal terremoto del 1348, accompagnato dalla “peste nera”, che flagella per molti anni l’Europa.

Lotte intestine e con i potentati vicini, minano irreversibilmente il potere patriarcale: nel 1420, le truppe di Venezia entrano in città. Udine perde il ruolo di protagonista ed è posta in posizione defilata, città militare di confine.

Il terremoto del 1511 distrugge il Friuli e il Castello medioevale. L’edificio viene ricostruito in forme rinascimentali, sede del Luogotenente di Venezia, che governa la città.

Tra Seicento e Settecento, gli investimenti del nuovo patriziato veneto, a Udine e nelle sue campagne, portano una certa vivacità, pur di dimensione provinciale.

Si avvicina, con un lento declino, la soppressione della Repubblica veneta, nel 1797, per mano di Napoleone.

Udine vede per due volte l’alternarsi di una dominazione francese a una austriaca, con il passaggio definitivo all’Impero austro-ungarico, nel 1814.

Il Friuli, si apre, nuovamente, ai rapporti col mondo latino e mediterraneo: evidenza della rinnovata importanza della città sono lo sviluppo della rete stradale e ferroviaria.

Nel 1866 il Friuli e Udine vengono annessi al Regno d’Italia. La città, d’ora in poi, segue di pari passo lo sviluppo della Nazione.

Vicende costruttive

Mappa della città di Udine (ing. Antonio Lavagnolo (1843-1850).
“Mappa della R. a Città di Udine”, ing. Antonio Lavagnolo, 1843-1850. Gabinetto delle Stampe dei Civici Musei di Udine.

Da borgo fortificato a centro commerciale, Udine si sviluppa, nel Trecento, con lotti lunghi e stretti, tipici della città mercantile medioevale, allineati lungo le sue vie.

Il tessuto edilizio attorno al colle, difeso dalle prime mura, è denso, eccezione fatta per alcune aree libere di incontro e scambi, il Mercatovecchio e il Mercato Nuovo, a sud del colle.

Sovrasta l’abitato il castello medioevale, un tozzo fabbricato a blocchi sovrapposti che “troneggia” sul primo nucleo urbano.

Lo sviluppo dell’insediamento e delle attività produttive è legato alla presenza di due canali artificiali, le ‘rogge’, che attraversano la città e di cui si ha traccia dal 1171: deviate dal vicino torrente Torre, sono utilizzate da filande, tintorie, concerie, botteghe di battiferro, mulini.

Veduta del Castello medioevale
Veduta del Castello medioevale, da Antonio Ludovico Muratori “Antiquitates Italicae Medii Aevi” (1738-43).

Le successive cinte urbane permettono un’espansioni più rada e inglobano i borghi, insediamenti posti lungo le vie di collegamento con i paesi del circondario e che di questi assumono un tipico aspetto rurale.

Con l’arrivo di Venezia, nel 1420, la cittadina commerciale si trasforma, secondo i nuovi linguaggi veneziani.

Della già citata ricostruzione del Castello (1517-1576), dopo il terremoto del 1511, le carte degli Archivi cittadini forniscono elementi di studio importanti.

Fronte settentrionale del Castello
Fronte settentrionale del Castello

È un’opera interrotta: il grande blocco rettangolare è una delle 4 ali di un edificio grandioso, a pianta centrale, leggibile nel fronte settentrionale. Tale incompiutezza è messa in secondo piano dall’importante scalone di accesso al Salone di rappresentanza – dove si riunisce il Parlamento della Patria del Friuli – commissionato dalla città a Giovanni da Udine (1547), allievo di Raffaello.

Ai piedi del Castello, è definita, con più interventi di demolizione e livellamento, la nuova piazza Contarena, delimitata, a ovest, dalla Loggia Comunale (1448-1456), in stile gotico veneziano, e, a est, dal porticato di San Giovanni (1533) e dalla Torre dell’Orologio (1527), pure opera di Giovanni da Udine.

La città di Udine in una rappresentazione di Francesco Beretta (metà XVIII secolo)
Veduta di piazza Contarena

L’accesso al Castello è segnato dall’imponente Arco Bollani (1563), su disegno di Andrea Palladio.

Tra Cinquecento e Settecento, l’attività privata vede l’accorpamento dei lotti gotici mercantili in palazzi di rappresentanza, tra i quali l’imponente residenza di Floriano Antonini (1556), sempre su disegno di Andrea Palladio.

Nel Settecento si assiste a un secondo rinnovamento urbano che interessa l’edilizia religiosa, accompagnati da interventi negli interni, ad affresco, del pittore veneziano Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770).

Alla caduta della Repubblica di Venezia, il Castello, danneggiato dalle truppe napoleoniche (1797), viene trasformato in Caserma militare e Carcere civile (1809) e tale rimane fino al 1906, quando diventa la nuova sede dei Musei civici, ruolo che mantiene tutt’ora, interrotto solo dall’occupazione austriaca durante la Prima Guerra Mondiale.

Nell’Ottocento l’opera della Delegazione dell’Ornato, istituita dall’Amministrazione francese riesce, in pochi anni, a cambiare il volto di Udine: la città gotico-veneta, con i suoi fronti affrescati, sparisce per effetto dell’allineamento dei fori e delle prescrizioni di finestrature rettangolari, intonacatura e tinteggiatura e si disvelerà solo in anni recenti.

Simbolicamente il rogo accidentale della Loggia del Lionello (1876) chiude l’epoca degli edifici di antico impianto.

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Attività conclusiva

Bibliografia essenziale

Battilotti Donata, 1991. Piazza Contarena a Udine. Uno spazio veneziano per la Serenissima, in M. Tafuri (a cura di) La piazza, la chiesa, il parco, Electa, Milano.

Bergamini Giuseppe, Buora Maurizio, 1990. Il castello di Udine, Comune di Udine, Udine.

Biasi Alessandra, Vassallo Eugenio (a cura di), 1995. L’eredità napoleonica a Udine. Una nuova immagine per la città, Arti Grafiche Friulane, Udine.

Goiseffi Decio, 1982. Udine: le Arti, Casamassima Editore, Udine.

Joppi Vincenzo, Occioni-Bonaffons Giuseppe, 1877. Cenni storici sulla loggia comunale di Udine con 48 documenti inediti, per cura dell’Accademia e a spese del Comune di Udine, Tipografia di Giuseppe Seitz, Udine.

Tentori Francesco, 1982. Udine: Mille anni di sviluppo urbano, Casamassima Editore, Udine.